La recensione "audace" dello Speciale Dr. Morgue

L'aspettavamo con ansia e alla fine è arrivata! La recensione su Dr.Morgue Speciale - L'Ospite d'Inverno redatta dal gruppo de' "GLI AUDACI", menzione speciale per loro e per la loro grande passione per il fumetto, sostenitori e ottimi critici del Dr.Morgue.

Vi invitiamo a visitare questo link, per capire chi sono gli Audaci e perchè no... unirvi a loro per condividere la grande e sana passione per l'arte raccontata.

Un grande ringraziamento e buona lettura!
In tanti si sono affrettati a scrivere su questo numero speciale di “Dr. Morgue”.
Gli Audaci, più saggiamente, hanno preferito leggere, rileggere, scrivere, confrontarsi tra di loro, incontrare personalmente le autrici a Lucca (…e sì!) e discutere con loro prima di pubblicare la “solita” recensione…
Infatti, alla fine, gli Audaci hanno deciso di scrivere – e alzi la mano chi non pensa che ciò sia davvero da audace – una recensione a sei mani e a tre cervelli.

Più che di una recensione, trattasi in realtà – lo ripetiamo – di una serie di riflessioni nate dal dibattito interno tra di noi.  Ecco ciò che ciascun audace pensa circa “L’Ospite d’inverno”.
L'audace Oscuro dice... Behr.

Ecco, ho trovato il modo migliore per cominciare questo post.
Se mi chiedessero cos'è "l'ospite d'inverno", risponderei con un'altra domanda, che secondo me è la domanda diretta al pubblico che ama Dr. Morgue e che chiede: "sarebbe bello se la mini-serie diventasse una serie a tutti gli effetti, senza limiti?".
Le autrici, veramente bravissime nella stesura del soggetto e della sceneggiatura, sanno davvero come divincolarsi in una moltitudine di tematiche, come hanno dimostrato in questo numero speciale, lontano dalla mini-serie, pregno di azione, personaggi nuovi e tantissimi spunti per le eventuali storie a venire. Una sorta di prova del nove, per capire come potesse districarsi l'amato Yoric, fuori dalla morgue, in contesti differenti e in episodi fuori da una continuità particolare.
Nonostante tutto però, e nonostante creda fermamente che la premiata coppia Porretto-Mericone possa dare tantissimo al fumetto italiano, la mia risposta è NO.
Già, perchè Dr. Morgue ha il potenziale per essere un'ottima serie, ma spero davvero non lo diventi per una questione di disillusione.No perchè credo che le cose belle debbano avere una fine dignitosa. Credo nelle uscite ad effetto, finire per restare nella memoria, indelebili, lasciare l'acquolina in bocca al lettore, e non incappare nell'errore di trascinarsi per anni ed anni in storie spesso scialbe, pompate dall'esigenza di dover, in qualche modo, uscire a fine mese con un volume.
Il fumetto italiano (e non) ci ha già regalato troppe delusioni da questo punto di vista, ma nutro seriamente la speranza di vedermi smentire un domani, e ritrovarmi ad affermare ancor più convintamente che le nostre amiche Rita e Silvia hanno compiuto un vero miracolo.
Lunga vita a Yoric.

P.S. In genere sono l'audace che si sofferma più sl lato "artistico" della serie, e forse non vedrò mai esaudita la possibilità di vedere uno Yoric disegnato da Roi, ma menzione speciale a Francesco Bonanno, dalla pennellata ruvida e asciutta, e a Paola Camoriano per le sue bellissime tavole a mezzatinta.

L'audace Giuppo invece...

Qualcosa è cambiato, sì.
"L'ospite d'inverno" ha caratteristiche tutte sue, da vero e proprio numero "speciale". Il genere dell'episodio vira verso lo spionistico con irreprensibili tocchi di poesia e irrinunciabili note di noir. La storia tocca punte personali del passato di Yoric, il protagonista, che stavolta non dirige l'orchestra con i tratti distintivi della sua personalità, ma si lascia trasportare dagli eventi e dai ricordi. Il cadavere con cui il nostro coroner entra "in contatto" non gli parla tramite le usuali visioni, ma usa la via delle memorie condivise, e il bianco e nero si arricchisce delle tonalità di grigio, aprendo il sipario a Kalervo, azzeccatissimo comprimario fatto apposta per conquistarvi.
Sicuramente, insomma, questo speciale ci mostra un Dr.Morgue un pò diverso da quello dei 6 numeri della miniserie Star Comics dedicata al personaggio.
Eppure, gli autori sono gli stessi (Porretto e Mericone ai testi e Bonanno, con il contributo di Camoriano, ai disegni, con la guest star Carmine Di Giandomenico come copertinista)... Grandi autori, a nostro modesto e audace parere.
E quello che alcuni hanno visto come il difetto di quest'albo, cioè il suo discostarsi da quanto fatto in precedenza, rappresenta in realtà un grosso pregio. Il genere, l'incedere della storia, l'atmosfera sono un pò variati, sì. Ma verosimilmente ciò dimostra la versatilità del personaggio, avvalora la tesi che tale universo narrativo abbia tanto ancora da dire, oltre a ciò che si è sviscerato nel corso degli episodi presentati finora.

Mentre l'audace Rolandoveloci conclude...

Il mio giudizio non può che essere estremamente positivo.
Le due autrici – capacissime, (auto)ironiche, brillanti e imprevedibili come poche – sono riuscite nell’impresa di proporre una storia diversa rispetto alle precedenti sei (mantenendo sempre quel fondo di verità documentata che tanto piace a noi Audaci) senza stravolgere né personaggi né natura del tipo di proposta. Ciò che più ho apprezzato sono state le tante (ma sempre funzionali alla narrazione, mai superflue!) digressioni sul passato di Yoric e sulla sua amicizia con Kalervo, splendida anima volata oltre il nido del cuculo e proprio per questo in grado di vedere più in profondità il mondo con le sue bellezze e le sue miserie. È lui a battezzare il giovane Malatesta (allora pianista e non coroner) l’ospite d’inverno – perché “autistico non suona bene nel nostro Pantheon.”; è suo il disarmante consiglio dato a Yoric di iniziare un dialogo con behr – “non è scortese, al massimo curioso. La gente ti risponde e tu puoi lavorare su qualsiasi risposta arrivi.”; è sempre lui a ricordarci che gli schizofrenici sono “l’Amazzonia della ragione, la parte del mondo folle e genuina. Senza di noi non ci sarebbe la normalità. Siamo utili ai sani di mente, per ricordare loro che… stanno bene.”; è lui che porta addosso – più precisamente nel cervello, e in modo indelebile – i segni della vecchia scintillante; è lui che ci fa notare – novello Adamo – che gli insetti ci insegnano la speranza, infatti “muoiono tutti a pancia all’aria, ospite. Una vita trascorsa a guardare per terra e poi l’ultima cosa che vedono prima di morire è il cielo.”; è sempre lui a chiarire a Yoric che non è importante sapere dove si stia andando, tanto “lo decideremo strada facendo, ma l’importante è avere il progetto di andare!”; ed è sempre lui che finge di litigare con il nostro Yoric per metterlo in salvo da un pericolo che solo chi ha letto l’albo fino alla fine e come si deve avrà compreso.
Che altro aggiungere? Qualcuno si è lamentato di un inseguimento di troppo, di una sparatoria in più… lasciamo questi tristi calcoli a chi non sa andare al di là del puro fatto narrato e storce il naso per la presenza di una bella agente speciale russa piuttosto che di un gentile cannibale.
Ringrazio ancora le menti delle due splendide autrici (Rita e Silvia, luminose stelle nel firmamento del fumetto italiano e non solo… siamo onesti: quanta fama e successo avrebbero avuto le nostre amiche se la serie dedicata al dr. Morgue fosse stata una serie scritta in francese o in inglese?!) e concludo riportando le ultime parole di Yoric:

“I soffitti non esistono in natura, esistono i ripari, grotte, tunnel.. ma non i tetti. Quindi nella logica di un insetto e di Kalervo proseguendo verso l’alto, prima o poi la parete finirà e potranno tornare liberi."

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