Dr.Morgue#4 su LoSpazioBianco.it

Nuova recensione de LoSpazioBianco.it, famoso portale di approfondimento sui fumetti (italiani e non).  Simone Rastelli recensisce Dr.Morgue n.4 - L'invenzione della Morte.
In questo quarto episodio, Yoric Malatesta si confronta con un omicidio eccellente, quello del coroner capo della città di Montreal, Gregor Sinclair. A complicare lo scenario, le relazioni non proprio amichevoli fra il protagonista e la vittima, il fatto che proprio Malatesta sia candidato alla sua sostituzione e uno strano comportamento del nostro asperger durante la rilevazione degli indizi sulla scena del delitto. Tutto questo conduce alla sospensione di Yorick, che si vede costretto a proseguire le proprie indagini in maniera non ortodossa. L’omicidio apre spiragli sulla rete del sindaco Orson, all’interno della quale sembra cadere anche Laverne, la prostituta amica di Malatesta.
“L’invenzione della Morte” costituisce probabilmente il punto di svolta della trama per la miniserie, che inizia ad affrontare le fondazioni della vicenda, cioè le visioni e i progetti del sindaco Orson. E purtroppo, da quanto emerge in questo capitolo, le visioni di Orson sono assai poco interessanti, riducendo tutto il motore narrativo a poco più di una questione di puntiglio, cioè alla volontà di realizzare l’omicidio perfetto, caratterizzato dall’assenza di movente, come dimostrazione dalla natura intrinsecamente omicida dell’essere umano.

Il sindaco è presentato, a partire dalla sua gioventù come una specie di cattivo integrale, che persegue il male fine a se stesso: dal punto di vista narrativo, è probabilmente il tipo di cattivo più difficile da gestire, perché rischia di lasciare la storia priva di un senso vero e proprio, riducendola all’indagine per scoprirlo e alla lotta per contrastarlo. Ben più intrigante è invece l’insinuazione del sindaco secondo la quale il suo sistema avrebbe incanalato la violenza (quell’istinto che, come scritto, secondo egli è alla base del comportamento umano) e che possa quindi considerarsi un mezzo di amministrazione efficiente dell’ordine pubblico. È ragionevole pensare che l’intensità della serie si giocherà sulla tensione fra il livello psicologico (la visione di Orson) e quello socio-politico (la sua implementazione come sistema amministrativo). Tuttavia, al momento, con soli due numeri al termine della serie, i due aspetti appaiono semplicemente giustapposti; negli ultimi due numeri sarà necessaria una loro efficace sintesi per condurre la vicenda ad uno scioglimento all’altezza delle aspettative sin qui suscitate.

Inferiore ai numeri precedenti è anche la qualità media dei disegni, soprattutto nella seconda parte del volume e nelle scene ambientate nel presente. Lo stile grafico ha fin qui sempre privilegiato una certa ruvidezza del tratto, in particolare nelle scene del tempo presente, puntando più sulle caratteristiche ritmiche che sulla definizione del dettaglio. Il risultato è sempre stato efficace, poiché quel tratto, che separa nettamente corpi e oggetti e quei paesaggi scarni, costruisce un’atmosfera quasi spettrale, di realtà lievemente deformata e inquietante quotidianità.
Tuttavia, in questo quarto episodio, il disegno di Beniamino del Vecchio sembra a volte poco curato e in generale discontinuo. In alcuni casi i corpi nudi mancano della plasticità minima e i volti femminili sembrano soffrire di errori banali (la posizione degli occhi, ad esempio), che li fanno apparire innaturali; scene esemplari in questo senso sono quelle in cui seguiamo Laverne, dal night club alla notte con Yorick.
Li consideriamo errori tecnici, perché in altre pagine e addirittura in altre vignette della stessa tavola, del Vecchio definisce corpi e volti senza incertezza e con cura del dettaglio. Più efficace, invece, la realizzazione delle scene ambientate nel passato, dove, come peraltro già segnalato per le uscite precedenti, la resa appare tuttavia limitata dalla qualità di stampa.

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